A PROPOSITO DI CORTEO STORICO
Gare al ribasso regie comprese
Alcune considerazioni su un corteo di pochi anni fa.
Erano più seri i tempi in cui il Corteo Storico era affidato all’Ente del Turismo che gestiva organizzazione, danaro e logistiche varie e affidava a registi professionisti il solo onere (e onore) della messa in scena. Da diversi anni gare al ribasso e pilateschi atteggiamenti dell’Amministrazione Comunale spesso riducono il corteo in feste strapaesane corredate da realizzazioni sceniche piuttosto approssimative.
E’ il caso di questo Corteo. Un lancio pubblicitario e mass mediatico senza precedenti ha “preparato” la città ad accogliere “il vero corteo storico”… “la vera tradizione”…”magia di torce nel buio della città” … “rifiuto di spettacolazioni gratuite”… “rigore storico e religiosità “ ecc. ecc. Insomma aspettative moltiplicate a dismisura il tradimento delle quali non poteva che accentuare la delusione ed evidenziare la mediocrità di un corteo che aveva tantissime bandiere e gonfaloni e altrettanti figuranti; tante cose e tanta noia, tanti tamburi ma poca tradizione, e molto libera interpretazione della storia, (eppure si aveva finalmente una storia meditata e consegnata dagli studiosi e dalla Basilica). Tanto rumore per nulla!
L’evento capitato di Domenica con relativo pubblico moltiplicato, l’ossessiva, e ormai intollerabile, invadenza di “tutti venditori di tutto”, hanno fatto il resto. Prima di archiviare un ennesimo corteo e per non liquidare come “solite polemiche” quelle che vogliono essere riflessioni tese a migliorarci, consentitemi ancora qualche notazione. Certamente necessaria e largamente condivisa è oggi l’esigenza di esaltare il dialogo tra Religioni e la fratellanza tra i popoli ed essendo il nostro San Nicola il vessillo di questa fratellanza è bene che la citata esigenza trovi nell’ambito delle tre giornate dedicate al Santo Patrono, e anche oltre, uno spazio importante e specifici eventi ad essa dedicati. Ma perché far rientrare questa esigenza proprio in quelle tre ore del Corteo e distorcerne quindi la verità storica? Non furono proprio contenti quei monaci d’oltremare che custodivano i resti del Santo a vederseli sottrarre!
Devozione, spettacolo, nomi appropriati, interpretazioni, estetiche e regie diverse di un’unica “ufficiale” storia della “traslazione”, nulla possono e devono togliere alla festa di popolo che non commette delitto alcuno se continua a chiamare confidenzialmente l’intero evento “la caravella” e si aspetta uno spettacolo emozionante.
Ma la riuscita dell’evento non dipende solo dalla regia. Tutti devono interpretare meglio la loro parte e contribuire alla migliore riuscita della Festa per antonomasia dei baresi. Il riutilizzo di molti elementi scenici è sicuramente un aiuto finanziario; ma dove sono finiti i grandi sponsor devoti del Santo e della festa? Quanti “figuranti” partecipano oggi al corteo per devozione, piuttosto che per il simbolico gettone? Veramente il Comune di Bari crede di interpretare bene la propria parte affidando un budget a terzi e lavandosi le mani da altrettanto importanti esigenze? Quanto agli altri “doveri” comunali sento di condividere moltissimo quanto dichiarato dal Vice Sindaco Martinelli. Il percorso transennato e soprattutto l’idea dei gazebo uguali per tutti i venditori (che non devono invadere il percorso). Attenzione però che non vi sia un’invasione di plastica. Per una volta si lascino a casa gli amici degli amici e si pensi che la nostra festa ha sempre avuto due componenti la più importante delle quali resta la profonda religiosità e devozione di pellegrini e baresi e poi la festa popolare che non necessariamente coincide con approssimazioni e ingozzate di cibi e fumi e birre a briglia sciolta.